1966, di Romolo Guerrieri. Con: Mark Damon, Lawrence Dobkin, Rosalba Neri, Luigi Vannucchi, Fidel Gonzales, Leslie Daniels.
Film pressoché sconosciuto al di fuori dell'alveo degli appassionati dello spaghetto, Johnny Yuma è per contro considerato, a ragione per chi scrive, un gioiellino misconosciuto dagli adepti del genere.
Si tratta di un film violentissimo (alcune riviste americane, come ad esempio Variety, all'epoca dell'uscita lo giudicarono come il più violento western italiano mai girato, come riporta Marco Giusti nel suo Dizionario del western all'italiana), bilanciato solo in parte dalla faccia da belloccio americano un po' acqua e sapone del protagonista Mark Damon (che farà poi uno splendido e teatrale villain l'anno seguente in Requiescant di Carlo Lizzani), il quale ricorda solo a tratti l'eroe classico del western a stelle e strisce, per poi enucleare nel corso della trama molti tratti tipici dell'antieroe cinico del western nostrano (non esita a prendere a cazzotti Samantha, che seppur luciferina, è pur sempre una donna).
Notevole l'antagonista principale, la cattivissima Samantha Felton, impersonata dall'affascinante Rosalba Neri (che nelle fattezze somatiche ricorda un po' Nicoletta Machiavelli, e scusate se è poco!), coadiuvata nella sua perfidia dal fratello Pedro (l'attore teatrale Luigi Vannucchi), con il quale Guerrieri lascia intravedere tra le righe la possibile esistenza di un rapporto incestuoso. Così come azzeccata è la figura del bounty killer gentiluomo L.J. Carradine (l'attore radiofonico americano Lawerence Dobkin, perfetto per la parte).
Gli elementi melodrammatici che Guerrieri metterà sapientemente in risalto l'anno successivo con il bellissimo 10.000 Dollari per un massacro sono già presenti in nuce nella pellicola (si pensi al rapporto amoroso tra Samantha Felton e L.J. Carradine, che tormenta il cacciatore di taglie o al legame che si crea tra Johnny ed il bambino), ma sono sovrastati e messi in secondo piano dalla violenza rappresentata, davvero notevole per l'epoca, che raggiunge il suo culmine nella sfida impari tra Pedro (armato di lancia, a cavallo a mo' di cavaliere medioevale) e Johnny e, soprattutto, nell'efferata uccisione del bambino - che aveva dato asilo a Johnny, nascondendolo nella propria dimora - a calci e pugni, una scena davvero struggente e disturbante.
Molto bello anche il duello conclusivo, dal body count pantagruelico e l'insolito finale con la scomparsa decisamente sui generis della cattiva...
Sceneggiatura di Fernando Di Leo, che ancora una volta si dimostra uno scrittore di livello superiore in ambito western.
Ottima la colonna sonora della "Morricone in gonnella" dello spaghetti western, la bravissima Nora Orlandi.
Si tratta di un film violentissimo (alcune riviste americane, come ad esempio Variety, all'epoca dell'uscita lo giudicarono come il più violento western italiano mai girato, come riporta Marco Giusti nel suo Dizionario del western all'italiana), bilanciato solo in parte dalla faccia da belloccio americano un po' acqua e sapone del protagonista Mark Damon (che farà poi uno splendido e teatrale villain l'anno seguente in Requiescant di Carlo Lizzani), il quale ricorda solo a tratti l'eroe classico del western a stelle e strisce, per poi enucleare nel corso della trama molti tratti tipici dell'antieroe cinico del western nostrano (non esita a prendere a cazzotti Samantha, che seppur luciferina, è pur sempre una donna).
Notevole l'antagonista principale, la cattivissima Samantha Felton, impersonata dall'affascinante Rosalba Neri (che nelle fattezze somatiche ricorda un po' Nicoletta Machiavelli, e scusate se è poco!), coadiuvata nella sua perfidia dal fratello Pedro (l'attore teatrale Luigi Vannucchi), con il quale Guerrieri lascia intravedere tra le righe la possibile esistenza di un rapporto incestuoso. Così come azzeccata è la figura del bounty killer gentiluomo L.J. Carradine (l'attore radiofonico americano Lawerence Dobkin, perfetto per la parte).
Gli elementi melodrammatici che Guerrieri metterà sapientemente in risalto l'anno successivo con il bellissimo 10.000 Dollari per un massacro sono già presenti in nuce nella pellicola (si pensi al rapporto amoroso tra Samantha Felton e L.J. Carradine, che tormenta il cacciatore di taglie o al legame che si crea tra Johnny ed il bambino), ma sono sovrastati e messi in secondo piano dalla violenza rappresentata, davvero notevole per l'epoca, che raggiunge il suo culmine nella sfida impari tra Pedro (armato di lancia, a cavallo a mo' di cavaliere medioevale) e Johnny e, soprattutto, nell'efferata uccisione del bambino - che aveva dato asilo a Johnny, nascondendolo nella propria dimora - a calci e pugni, una scena davvero struggente e disturbante.
Molto bello anche il duello conclusivo, dal body count pantagruelico e l'insolito finale con la scomparsa decisamente sui generis della cattiva...
Sceneggiatura di Fernando Di Leo, che ancora una volta si dimostra uno scrittore di livello superiore in ambito western.
Ottima la colonna sonora della "Morricone in gonnella" dello spaghetti western, la bravissima Nora Orlandi.
I'd like to ask you something relating to our section "spaghettis of my life". Please send me a mail so we could talk about it. My email is the following: pedro.dinis.pereira@gmail.com
RispondiEliminaSorry for writing in english but I don't dare to write it in italian. I'm learning it although..
--
Pedro Pereira
http://por-um-punhado-de-euros.blogspot.com
http://destilo-odio.tumblr.com/