martedì 14 agosto 2012

Viva la muerte... tua!

1971, di Duccio Tessari. Con: Franco Nero, Eli Wallcah, Lynn Redgrave, Horst Janson, Eduardo Fajardo, Victor Israel, Marilù Tolo. 

Con Viva la muerte... tua! Duccio Tessari mette in scena quello che idealmente sembrerebbe essere il terzo capitolo della saga in salsa tortilla western di Sergio Corbucci, dopo Il mercenario e Vamos a matar, compañeros. Troppo evidenti sono, infatti, la ripresa dell'impianto della trama (il classico canovaccio in cui il rubagallime messicano di turno diventa un eroe rivoluzionario quasi per caso, a seguito dell'incontro/scontro con lo straniero), del perfido antagonista che sembra uscito da un fumetto (qua, ahimè, non c'è più l'immenso Jack Palance, ma un onesto Horst Janson che se va a in giro con un busto d'acciaio ricalcato sul suo corpo muscoloso) ma, soprattutto, del personaggio interpretato da Franco Nero che, dopo Lo Svedese ed Il Polacco, impersona questa volta Il Russo, il Principe Dmitri Vassilovich Orlowsky.
Analogamente, seppur in maniera meno sfacciata, la pellicola sembra strizzare l'occhio a Giù la testa di Sergio Leone per quanto concerne l'ambientazione temporale (gli anni '10 del '900), l'utilizzo in quantità di dinamite, la presenza della giornalista filo rivoluzionaria irlandese (come il Sean di James Coburn) interpretata da Lynn Redgrave  e la presenza quasi ingombrante di automobili e motociclette, a sancire una volta per tutte che i tempi sono cambiati. Sul finale, fanno addirittura capolino due autoblindi!

A tutto ciò si aggiunga che Duccio Tessari calca ulteriormente la mano sui toni farseschi (che già erano presenti nei tortilla western di Corbucci), a volte financo cialtroneschi - si può quasi dire che porti alle estreme conseguenze il discorso iniziato anni addietro con Una pistola per Ringo, sulla scorta dell'enorme successo de Lo chiamavano Trinità che, come noto, ha imposto una decisa virata in chiave gigionesca  al western italiano, ormai in fase discendente - e picareschi, prestando una notevole cura per le (ottime) scene d'azione e dando uno spiccato rilievo al registro avventuroso.

Nonostante niente di nuovo sia apparso sotto il sole, l'esplosiva coppia Wallach/Nero funziona alla grande, con l'americano che dà libero sfogo a tutta la sa incontenibile verve e l'italiano che prosegue il discorso già iniziato con i due citati film di Corbucci, interpretando la parte dell'avventuriero europeo cinico, brillante e interessato solo al denaro e la regia di Tessari è più che puntuale, con qualche colpo di classe qua e là.
Molto belli i titoli di testa che, utilizzando solo la musica e i fermo immagine, raccontano a mo' di fumetto tutta la rapina iniziale compiuta dal Russo, travestito da pastore protestante durante un matrimonio.
Assolutamente pregevole il commento musicale di Ennio Morricone e Gianni Ferrio, che segue con efficacia i toni da commedia che aleggiano per gran parte del film, proponendo temi orecchiabili, accattivanti e spesso scanzonati.
In definitiva, un prodotto ben confezionato e assolutamente divertente, pur senza essere un capolavoro e pur rifacendosi in maniera più che esplicita ad altri film del filone.


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