mercoledì 18 luglio 2012

Matalo!

1970, di Cesare Canevari. Con: Corrado Pani, Lou Castel, Antonio Salines, Luis Dávila, Claudia Gravy, Mirella Panphili, Miguel Del Castillo, Anna Maria Noé, Anna Maria Mendoza.

Western lisergico, violento il giusto e avido di dialoghi (e di comparse, visto che si svolge quasi per intero all'interno di un villaggio fantasma o nel deserto circostante). 
Si tratta di un film assolutamente unico nel genere (un altro grande esempio di cinema western utilizzato come contenitore - una delle grandi intuizioni dei cineasti addetti allo "spaghetti" - e, nel contempo, un'ulteriore dimostrazione di quanta libertà d'espressione avessero gli autori ed i registi italiani all'epoca), così come è unica la particolarissima colonna sonora di Mario Migliardi, che a tratti sembra uscita dalle corde dei Quicksilver Messenger Service o dei Grateful Dead più acidi, che viaggia di pari passo con la tecnica registica di Canevari, che fa un uso copioso, soprattutto nella seconda parte del fim, di inquadrature pirotecniche, virtuosismi di vario tipo e carrelli circolari, a sottolineare la valenza "psichedelica" della pellicola, espressa puntando tutto sul linguaggio visivo a scapito di una trama scarna e strampalata, quasi irrilevante.
Qua e là, soprattutto nelle parti notturne, non può non essere evidenziato il debito del film nei confronti del cinema horror, seppur non preminente nell'economia generale dell'opera.
Ottima la caratterizzazione dello squinternato (e un po' freak: il vestitino scollacciato e "giropassera" indossato in alcune scene da Claudia Gravy sembra essere più consono alla swinging London che non al vecchio e polveroso west!) gruppo di villans, a cui è affidato lo scettro che rappresenta il fulcro di tutta la vicenda. Su tutti, si eleva un grandissimo Corrado Pani, in quella che purtroppo rimarrà la sua unica apparizione in un film western. Per contro, è un po' anonima e piatta l'interpretazione dello svedese Lou Castel (al secolo Ulv Quarzéll - già protagonisa de I pugni in tasca di Marco Bellocchio - che ha fatto decisamente di meglio in chiave interpretativa nel genere: Quien sabe? di Damiano Damiani e Requiescant di Carlo Lizzani), nei panni dello sventurato avventuriero australiano, che ha comunque il pregio (che sia stata una cosa voluta?) di far si che lo spettatore non empatizzi troppo con il noiosissimo personaggio "buono", nonostante il (relativo) happy ending.

Due chicche: l'inizio, con Corrado Pani che, sfuocato, si avvicina al patibolo, per poi divenire perfettamente a fuoco nel momento in cui si infila i cappio al collo e il duello finale con il boomerang ed i relativi movimenti di macchina... a conti fatti, pare proprio che fumassero roba buona durante le riprese del film! 




Nessun commento:

Posta un commento