sabato 7 luglio 2012

Sono Sartana, il vostro becchino

1969, di Giuliano Carnimeo. Con: Gianni Garko, Frank Wolff, Klaus Kinski, Gordon Mitchell, Sal Borghese, José Torres, Ettore Manni.

Secondo capitolo della serie di Sartana (il primo diretto da Giuliano Carnimeo, che dirigerà poi tutti gli altri, per lo meno quelli "ufficiali"...), una sorta di James Bond in salsa spaghetti che dimostra una volta di più che il western all'italiana spesso è stato, soprattutto dopo la fase aurea dei primissimi anni, un enorme (ed efficace, in questo caso) contenitore (questa potenzialità del genere western gli Americani non l'hanno mai colta, o se l'hanno fatto, l'hanno fatto troppo tardi e male), capace di dare spazio all'interno dei propri confini ad istanze di vario tipo e di "succhiare" tutto ciò di buono che veniva dal mondo esterno. 
Erano anni in cui il personaggio creato da Ian Fleming, impersonato da Sean Connery, andava per la maggiore sul grande schermo, al punto che proprio in questo periodo, sulla scorta del vorace desiderio di spy stories del pubblico, vide la luce il fenomeno dei c.d. "007 all'italiana", altro capitolo breve ma glorioso (anche se dimenticato: per chi volesse approfondire, ci sono almeno un paio di volumi molto interessanti sull’argomento, Segretissimi di Daniele Magni e 007 all'italiana di Marco Giusti) del cinema di genere italiano degli anni ’60 (e giù di agenti 077, 777, 3S3 e via enumerando), ove si cimentarono spesso e volentieri gli stessi registi, attori e tecnici del western nostrano (ma anche del poliziottesco e del giallo). A titolo esemplificativo, basti ricordare Agente 3S3: passaporto per l'inferno del 1965 di Sergio Sollima che, per inciso, non sono mai riuscito a reperire!
In questo clima, dicevo, era quasi naturale che anche il western venisse in qualche modo travolto o, meglio, contaminato, dalle atmosfere bondiane. Ed allora - budget bassi permettendo - detto fatto, arriva il Sartana di Gianni Garko: elegantissimo, a suo modo affascinante, spietato, invulnerabile, munito di più o meno fantasiosi gadget e protagonista di intricatissime vicende, che sul piano narrativo sembrano essere mutuate più dallo spionaggio che non dalla tradizione western, classica o "spaghetti" che sia.

Il film è divertentissimo, grazie a quel giusto mix di fumettistica violenza e cinica leggerezza, condita con un pizzico di umorismo, tipico delle pellicole di James Bond, pur senza rinunciare ad alcuni topoi del genere contenitore, cioè il western nostrano, quali, ad esempio, la caratterizzazione del cacciatore di taglie o la bramosia sfrenata per l'oro ed il denaro dei protagonisti, nessuno escluso.
Una notazione tutta particolare merita Hot Dead, il personaggio interpretato da Klaus Kinski (grandissimo, come sempre), il gambler sfigato e sempre al verde che fa il bounty killer per pagare i debiti di gioco, il quale è sostanzialmente protagonista di una mini-storia parallela a quella di Sartana, una sorta di film nel film.

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