martedì 10 luglio 2012

Se incontri Sartana prega per la tua morte

1968, di Gianfranco Parolini. Con: Gianni Garko, William Berger, Klaus Kinski, Fernando Sancho, Andrea Scotti, Sal Borghese, Sydney Chaplin, Heidi Fischer, Maria Pia Conte.

Primo capitolo della serie di Sartana, è l'unico diretto da Gianfranco Parolini il quale, una volta passato il testimone del qui presente becchino a Giuliano Carnimeo, si cimentò con gli epigoni Sabata (Lee Van Cleef) e Indio Black (Yul Brynner). 
Il film è un fumettone pirotecnico, dal bodycount astrale, che manco può definirsi manicheo, dato che... i buoni non esistono! È un "tutti contro tutti" dove il più sano ha la rogna, in un gioco al massacro ed al colpo più basso in cui l'unico punto di riferimento sembra essere il faro lucente del sempiterno oro, vero e unico motore della vicenda. 
A raccontarla così sembrerebbe una pellicola cupissima, roba da far sembrare Bergman uno scanzonato circense. In realtà, il film è divertimento puro, in pieno stile fumettistico, costantemente permeato da quel sottile umorismo, a volte nero, tipico degli spaghetti, forse qua portato alle estreme conseguenze.
Gli elementi distintivi di Sartana, il gambler becchino debitore di James Bond, ci sono già tutti, anche dal punto di vista dello stile registico: si veda, ad esempio, l'utilizzo della camera a mano nelle parti d'azione, che sarà poi ripresa in modo massiccio da Carnimeo.
Il cast è stellare, da bave alla bocca per gli appassionati dello spaghetti western : oltre a Gianni Garko, uno dei più validi discendenti di sua maestà Clint Eastwood, è un concentrato di notabili del genere: uno stratosferico William Berger, Klaus Kinski (in quello che, purtroppo, è poco più di un cameo), Fernando Sancho, oltre ai soliti caratteristi "minori" come Sal Borghese.
Parolini si prende anche il lusso di citare (o scopiazzare? In confine è labile, ai posteri l'ardua sentenza) Per un pugno di dollari, con l'idea della placca dorata sotto il cappello di Sartana a fare da scudo in difesa dei colpi di Lasky, che mira sempre alla fronte...
Pregevolissima la colonna sonora del grande Piero Piccioni, che gioca a spruzzare qua e là gocce di swing (e dintorni) nelle more del suo commento musicale.
 



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