1968, di Giulio Petroni. Con: Tomas Milian, Orson Welles, John Steiner, José Torres, Angel Ortiz, Francisco Sanz, Luciano Casamonica, George Wang, Annamria Lanciaprima, Paloma Cela.
Probabilmente il più bello fra c.d. tortilla western,
con un Tomas Milian in stato di grazia, in quella che, a mio avviso, è
la sua migliore interpretazione in ambito “spaghetti”, impreziosita dal
fatto che l’attore cubano ha provveduto per la prima volta anche al
doppiaggio del suo personaggio, con quel suo peculiare, inqualificabile ed istrionico (ma
efficacissimo) accento.
Il film, splendidamente diretto da Petroni, che si conferma una
volta di più uno degli autori di maggior spessore apparsi nel panorama
del western italiano (eccezionale e modernissimo per l’epoca, tra il
resto, l’uso del flashback e il modo in cui si dipana ed intreccia la
struttura narrativa), poggia su una solidissima sceneggiatura, che pur
mantenendo il solito canovaccio (il confronto/scontro tra il peone
rivoluzionario e il gringo) e la spinta ideologica propri dei film
sulla rivoluzione messicana, è capace da un lato di indagare alcuni
aspetti psicologici dei personaggi, e dall’altra di mitigare e smussare
gli intenti più dichiaratamente politici (è un film comunque figlio del
’68 e la somiglianza fisica di Tomas Milian con Ernesto “Che” Guevara in
questa pellicola non è certo casuale), grazie ai chiaroscuri
costruiti intorno alla figura di Tepepa ed al finale crepuscolare, quasi
pessimista, anche in chiave rivoluzionaria (d'altronde, il fantasma del
"tutto cambi affinché nulla cambi" gattopardesco aleggia per tutto il
film).
Infine, come non menzionare la partecipazione al film di Orson Welles – nella sua unica apparizione in un western, e non solo spaghetti – straordinario nella parte del Colonnello Cascorro e la colonna sonora del solito Morricone, che ancora una volta ha fatto bingo.


Infine, come non menzionare la partecipazione al film di Orson Welles – nella sua unica apparizione in un western, e non solo spaghetti – straordinario nella parte del Colonnello Cascorro e la colonna sonora del solito Morricone, che ancora una volta ha fatto bingo.

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