mercoledì 13 giugno 2012

Gli Specialisti

1969, di Sergio Corbucci. Con: Johnny Hallyday, Gastone Moschin, Mario Adorf, Sylvie Fennec, Françoise Fabian
 
Film tipicamente corbucciano, che può essere accomunato al gruppo di pellicole del regista romano aventi quale protagonista l’antieroe disilluso e un po’ tragico, che ha avuto il suo apice nei capolavori Il grande Silenzio e Django. Hud (interpretato dalla rock star francese Johnny Hallyday), agisce per vendetta (a seguito al linciaggio del fratello da parte di alcuni abitanti di Blackstone, “specialisti” nel giustiziare le persone senza un regolare processo), anche se il realtà l’obiettivo finale delle sue azioni sembra essere non tanto il singolo, quanto un’intera comunità, o ancor meglio, un’intera classe sociale, la ricca e avida borghesia, disposta a tutto pur di difendere il proprio denaro e la propria posizione. In tal senso, è assolutamente significativo il fatto che il finale sia messo in scena non con il classico duello (ed anzi, si assiste ad uno sfasamento narrativo rispetto alle “regole” dello spaghetti western: l'assassino più efferato, fra quelli che hanno ucciso il fratello di Hud, viene fatto fuori dopo mezz’oretta di pellicola in una banale rissa da saloon, e il deus ex machina di tutta la vicenda criminosa, la perfida Virginia Pollywood, viene freddata dal capobanda messicano El Diablo), ma con il rogo del denaro degli abitanti del villaggio, faticosamente e sanguinosamente recuperato. Di tutto rispetto i comprimari: Gastone Moschin nei panni di uno sceriffo progressista e pacifista (dunque assolutamente fuori luogo in un posto del genere: si può facilmente immaginare quale sorte lo attenda) e Mario Adorf che, da grande caratterista quale è, riesce a interpretare nel migliore dei modi il vanaglorioso bandito messicano El Diablo, che pare interessato più a lasciare ai posteri un epico ricordo di sé che non al denaro. 
Bislacca e molto pop, infine, la presenza nel film del gruppo dei giovani ribelli, dei veri e propri "freakettoni" ante litteram, salva la immancabile caratterizzazione western: libertini, stravaganti e ribelli, d’accordo, ma pur sempre interessati al denaro e non scevri dall’uso della violenza.
Suggestiva e particolare (molto pop, come accennato), la scena quasi finale, nella quale i giovinastri prendono in ostaggio l’intero paese, facendo spogliare nudi tutti gli abitanti e facendoli stendere a terra (quando Hud li affronta con la pistola scarica e il giubbotto con le maglie d'acciaio, per altro, è più che evidente l’omaggio di Corbucci al collega Leone e al suo Per un pugno di dollari).
Splendida la fotografia, così come la colonna sonora, che regala dei picchi qualitativi incredibili, quando diventa minimale e valorizza l’uso della chitarra elettrica con un fuzz da far impallidire una garage band degli anni ’60.





Nessun commento:

Posta un commento