martedì 12 giugno 2012

Una pistola per Ringo

1965, di Duccio Tessari. Con: Giuliano Gemma, Fernando Sancho, Lorella De Luca, Nieves Navarro, George Martin

Il plot è ripreso da un vecchio poliziesco con Bogart, e adattato all'ambientazione western c'è da dire che funziona benone.
Unica pecca, amante quale sono del "marciume" tipico dei western maccheronici e/o crepuscolari, sono le scenografie (eccessivamente posticce) e i costumi (troppo lindi ed indossati da attori troppo "puliti") - che hanno un
un po' il sapore di un carnevale di borgata - retaggio del western classico americano, dal quale evidentemente Tessari non si è ancora del tutto affrancato. Nonstante tutto, siamo nel 1965 e Una pistola per Ringo è uno dei primi spaghetti post leoniani.

Se a ciò ci si aggiunge, poi, la "faccia d'angelo" di Giuliano Gemma (qua accreditato come Montgomery Wood, nella migliore tradizione dell'epoca, quando si era convinti, a torto o a ragione, che lo straniero attirasse più gente al cinema, anche se cert volte, dicono i maligni - ma non è certamente questo il caso - lo pseudonimo era utilizzato come congegno anti-sputtanamento...), che risulterebbe acqua e sapone anche se abbondantemente cosparsa di sterco, il gioco (non) è fatto.

















Ma non drammatiziamo: dopo un quarto d'ora di visione, ci si fa l'occhio. C'è poi da dire, per contro, che gli aspetti più "bambineschi" del film, in particolare quelli ascrivibili al personaggio di Ringo, conferiscono alla pellicola un certo tono da commedia nera, che la rende snella, giocando con efficace equilibrismo tra l'abbondanza di morti cruente e la leggerezza scanzonata del protagonista. 
 

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